Sovrano Ordine di Santa Caterina D'Alessandria

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La Storia di Santa Caterina D'Alessandria

2024-08-13 12:14

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La Storia di Santa Caterina D'Alessandria

La storia di santa Caterina D'Alessandria

 


SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA


LA STORIA


 


Secondo la tradizione, Caterina, giovane cristiana di nobile origine, bella e colta, fu martirizzata nel 305 ad Alessandria d'Egitto, un importante centro culturale e capitale della tradizione sapienziale cristiana. Le fonti principali che raccontano la sua vita e il suo martirio sono testi tardivi: una Passio greca del VI-VII secolo, probabilmente scritta con intenti edificanti da un chierico di Alessandria o da un monaco del Sinai, e una Conversio datata forse all'VIII secolo. Il martirio di Caterina si colloca durante il regno di Massenzio o Massimino, imperatori noti per la dura persecuzione dei cristiani.


Durante una grande celebrazione sacrificale agli Dèi, ordinata dall'imperatore, Caterina rifiutò di partecipare e si rivolse a lui dicendo: "Perché vuoi condannare questa folla al culto degli Dèi? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo, e suo Figlio Gesù Cristo, che con la croce ha liberato l'umanità dall'inferno". Colpito dalla fermezza e determinazione della giovane, l'imperatore la convocò per farla convincere dai suoi retori e filosofi. Tuttavia, Caterina, con la sua sapienza, confutò tutti i loro argomenti, portando i sapienti alla conversione, per la quale furono arsi vivi.


L'imperatore, tentato di sedurla offrendole matrimoni illustri e ricchezze, ricevette solo rifiuti. Per questo motivo, la fece imprigionare; durante la prigionia, si narra che una colomba la nutrisse e che Cristo stesso la visitasse. Anche l'imperatrice e il capo della corte, colpiti dalle parole di Caterina, si convertirono, insieme a 200 soldati. L'imperatore, furioso, la sottopose al supplizio delle ruote puntute, ma un angelo intervenne, spezzando le ruote, che colpirono molti soldati. L'imperatrice, dichiaratasi cristiana, fu torturata e decapitata. Anche Caterina fu condannata a morte per decapitazione; si racconta che, quando la sua testa fu recisa, dal suo collo sgorgò latte anziché sangue. Gli angeli avrebbero poi trasportato il suo corpo sul Monte Sinai, dove venne inumato.


Dalla Conversio emerge anche un altro episodio riguardante le origini regali di Caterina e il suo "matrimonio mistico" con Gesù Bambino, presentatole dalla Vergine Maria in una visione avuta la prima notte dopo il battesimo. Questo episodio, carico di simbolismo e rappresentativo di autentici valori cristiani, è stato più volte illustrato nell'iconografia della santa.


Nonostante la presenza di molti elementi tipici dell'agiografia, la figura di Caterina traspare al di là della veste letteraria, lasciandoci intravedere una donna che, seppur avvolta nel mito, si riallaccia a un personaggio storico di cui si sono persi i dettagli reali.


La vita di Caterina è ricca di messaggi simbolici: si narra, ad esempio, che gli angeli trasportarono il suo corpo sul Monte Sinai, dove sorse in seguito un celebre monastero, meta di pellegrinaggi, noto per i miracoli operati attraverso il latte e l'olio sgorgati dal sepolcro della santa. Caterina è rappresentata nei testi agiografici, ricchi di dettagli, e nella tradizione culturale, come la personificazione della vittoria del Cristianesimo sui culti e sulla cultura pagana. Di grande importanza è la sua testimonianza come vergine, martire, donna sapiente e di alto rango, che riflette momenti cruciali dell'espansione e affermazione del Cristianesimo.


Il culto di Santa Caterina sembra essere stato introdotto in Occidente da monaci orientali e fu sicuramente molto diffuso dopo le crociate. La devozione per lei crebbe rapidamente, come dimostra l'ampia iconografia che la ritrae e la sua presenza in molte espressioni della religiosità. Tra le testimonianze più antiche vi è un dipinto dell'VIII secolo in una cappella della basilica di San Lorenzo all'Agro Romano, dove Caterina è ritratta accanto al trono della Madonna. Un'altra testimonianza coeva si trova nelle catacombe di San Gennaro a Napoli.


Liturgicamente, Caterina è celebrata nel Menologio di Basilio II (976-1025); nel X secolo se ne trovano testimonianze a Montecassino. I libri liturgici testimoniano il culto in tutta Europa, soprattutto a partire dal XII secolo. In Francia, il principale luogo di culto era il monastero benedettino di La-Trinité-au-Mont, dove, nella prima metà dell'XI secolo, furono portate le reliquie della santa, venerate per le guarigioni che vi avvenivano. In Italia e in tutta Europa, molti edifici di culto sono a lei dedicati, e numerosi toponimi la ricordano.


Caterina fu patrona di teologi e filosofi, e per questo motivo venne molto venerata negli ambienti colti, rivestendo un ruolo significativo nella tradizione cristiana, nella vita degli Ordini religiosi, in particolare i benedettini, e nella storia delle università. La Sorbona la elesse sua patrona, e in una chiesa a lei dedicata era venerata dagli studenti dell'università parigina. Gli Ordini mendicanti, particolarmente attenti alla scienza e alla cultura, la scelsero come patrona degli studi e dei centri culturali, diffondendone il culto in tutta Europa. In questa devozione si distinsero gli agostiniani, con numerose opere che documentano la loro profonda venerazione.


Il 25 novembre era considerato, nelle case di studio religiose, il giorno solenne della festa degli Studi, in cui la santa veniva celebrata anche con "accademie", simili alla più antica theologica disputatio tenuta in tale ricorrenza. In queste occasioni, professori e studenti, davanti a un pubblico qualificato, davano saggio del loro sapere nei vari ambiti culturali.


La storia di Caterina, insieme alle sue caratteristiche personali e cultuali, è profondamente radicata nella cultura popolare, rendendola protagonista di narrazioni, sacre rappresentazioni e canti popolari, che ne hanno diffuso la conoscenza e la fama. La sua festa, in molte regioni d'Europa, divenne una celebrazione della gioventù, con riti e manifestazioni specifici; Caterina fu inoltre patrona delle ragazze nubili, dei naviganti e di alcune categorie di artigiani, come i costruttori di ruote e le sartine, chiamate "caterinette" in alcune aree del Nord Italia.


Gli elementi suggestivi contenuti nei testi agiografici furono variamente illustrati da una vastissima iconografia dedicata a Caterina d'Alessandria, caratterizzata da attributi iconografici ricorrenti: la corona, la spada, il libro della sapienza, la ruota e la palma del martirio.


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