Sabato 30 novembre 2024 nel cuore della bellissima Chiesa di S. Paolo entro le Mura in Roma, il Sovrano Militare Ordine Ospitaliero di Santa Caterina d'Alessandria, ben noto per la sua dedizione alla difesa e promozione dei valori della Cristianità, si è riunito per onorare la Santa, che viene commemorata il 25 novembre di ogni anno, e per conferire l'investitura ad alcuni aspiranti Cavalieri, persone di indiscussa moralità e pratica cattolica che nel tempo hanno acquisito rilevanti meriti nei confronti dell'Ordine.
Dopo la celebrazione della Messa, officiata da Rev. Dr. Francisco Alberca, ha preso l'avvio la rituale cerimonia di investitura. Presieduta dal Principe Gran Maestro Don Gabriele Colapicchioni, il Cavaliere più anziano dell'Ordine.
L’Ordine di Santa Caterina ha celebrato un momento di grande importanza con le recenti investiture e conferimenti, tenutesi durante una cerimonia solenne che ha sottolineato i valori fondanti dell’Ordine: carità, giustizia e solidarietà.
Tra i protagonisti dell’evento, il dottor commercialista Bargellini Roberto e il dottor medico legale Giovanni Sanna sono stati insigniti del titolo cavalieri, entrando ufficialmente a far parte della prestigiosa comunità cavalleresca. Inoltre, sono stati nominati Cavalieri di Gran Croce l’avv. Mauro Bianco, il dottor Massimo Massari produttore cinematografico e Marco Dema imprenditore ricevendo il massimo riconoscimento per il loro impegno e dedizione i principi dell’Ordine.
Un momento particolarmente significativo è stato il conferimento del titolo nobiliare di Conte di Massa d’Albe all’avvocato Delio Cardilli, già cavaliere di Gran Croce e Gran Priore dell’Italia Centrale. Durante la cena di gala. l’avv. Cardilli ha rivolto un caloroso saluto ai nuovi insigniti, esprimendo le sue più vive congratulazioni e ricordando con enfasi i principi che devono guidare ogni cavaliere: carità verso il prossimo, giustizia nel servire la verità e solidarietà nei confronti dei più deboli.
La serata si è conclusa in un’atmosfera di grande solennità, rinnovando l’impegno collettivo a rappresentare con dignità e integrità i valori che rendono l’Ordine di Santa Caterina un punto di riferimento nella tradizione cavalleresca.
IL RITO DELL’INVESTITURA
Il rito dell'investitura, che rappresenta uno dei cerimoniali più significativi del Cavalierato, ci proietta nell'universo delle antiche usanze feudali, in corso nell'Europa medievale, quando l'investitura atteneva all'immissione di un vassallo in una carica o in un possesso. Sulla scorta dell'omaggio vassallatico, l'investitura conserva ancora oggi la medesima funzione, quella di inserire un aspirante Cavaliere in seno ad un Ordine cavalleresco. Perché sono vari gli Ordini Cavallereschi che hanno continuato a restare in vita, con il progredire dei secoli, fino ai giorni nostri. Tutti, però, hanno deposto il carattere militare (conservato, comunque, nelle norme statutarie e nelle gerarchie interne), per assumere il profilo di un'istituzione dedita a fini religiosi e caritatevoli, a funzioni assistenziali e benefiche.
L'investitura può essere ricondotta essenzialmente a due fasi rituali in stretta connessione tra loro: la consegna della spada, simbolo del potere e del servizio di fedeltà all'Ordine, e l'addobbamento, come legittimazione dell'esercizio del potere.
Recando su di sé il segno dei secoli, anche la liturgia di investitura degli aspiranti Cavalieri dell'Ordine di Santa Caterina d'Alessandria -una cerimonia sacrale dal carattere di vera e propria ordinazione cavalleresca- ha mostrato di conservare la ritualità di antichi gesti a supporto dei legami di dedizione e fedeltà all'Ordine che i Cavalieri sono tenuti a rendere.
Secondo il tradizionale protocollo, la cerimonia è iniziata con il consueto rito di purificazione: il lavaggio delle mani, dove l'acqua rinvia alla funzione emendatrice del battesimo, simboleggia per il nuovo Cavaliere l'immersione nella cortesia e nella liberalità. Successivamente, inginocchiato al cospetto del Gran Maestro, gli sono state affidate le specifiche insegne dell'Ordine: il Cerimoniere gli ha allacciato al collo il nastro della croce e gli ha imposto un mantello scarlatto, indossando il quale il neo cavaliere mostra la propria disponibilità a sacrificare sé stesso in difesa della Cristianità. Da ultimo, il dono della spada. Simbolo di riconoscimento del potere, è stata consegnata al novizio dal Gran Maestro dopo avergliela imposta sul capo, sulla spalla destra e sulla sinistra. Ricevuta la spada e pronunciati i giuramenti previsti, il nuovo Cavaliere si è dichiarato pronto a operare secondo i valori della Cristianità. La lama, infatti, simboleggia la giustizia, la lealtà e la nobiltà d'animo, mentre la spada rappresenta lo strumento con il quale il Cavaliere s'impegna ad assolvere il compito di difendere le categorie sociali più deboli.
A conclusione delle pratiche d'investitura, cariche di una spiritualità profonda e palpabile, il Cavaliere diviene il braccio 'armato' della Chiesa e il difensore della fede, della misericordia e della carità cristiane delle quali si pone a difesa.
In passato, la consegna della spada rivestiva anche un profondo e distintivo significato dall'alto valore sociale: non solo costituiva l'emblema dell'assunzione di un potere effettivo, ma anche di una preminenza sociale facilmente visibile. Sin dall'epoca carolingia, infatti, la Cavalleria si poneva come gruppo socialmente forte e riconosciuto, suggellato da riti e cerimonie proprie, volte a celebrare e sancire, oltre all'appartenenza alla classe guerriera, anche il valore socio-funzionale del Cavaliere. Nel Medioevo veniva titolato Cavaliere chi era in grado di poter sostenere le spese per l'armatura e il mantenimento di un cavallo: il possesso di un cavallo implicava una certa agiatezza e disponibilità di mezzi. Pertanto, chi possedeva un cavallo rivestiva un ruolo di particolare prestigio nella struttura sociale.
Col passare del tempo si è assistito alla traslazione del vantaggio materiale in una superiorità morale. È stato allora che la figura del Cavaliere si è caricata di significati e implicazioni assai più profonde, trasformando la Cavalleria in un'istituzione della massima rilevanza sotto il profilo socio-umanitario. Funzioni che ancora oggi vengono perseguite e che non differiscono molto dalla missione degli antichi Cavalieri. Anche se i tempi son cambiati, gli antichi ideali della Cavalleria mantengono la medesima attuale vitalità. Cortesia, onore, rispetto, fedeltà, benevolenza, disprezzo di ogni viltà, difesa del diritto e della giustizia -patrimonio delle virtù cavalleresche ed espressione di un'eticità profonda- sono ancora oggi le qualità intrinseche degli Ordini Cavallereschi esistenti e i requisiti imprescindibili di ogni buon Cavaliere.
Angela Gadducci
